Longo Gianni

001
002

L’Archivio Storico Universale delle Belle Arti del Centro Accademico Maison d’Art di Padova presenta un significativo spaccato informativo e documentario degli Autori contemporanei che si distinguono per un linguaggio autonomo ed innovativo sulle grandi linee della Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea per proseguire con poetiche differenti contenuti e tematiche del nostro tempo.

L’Archivio Storico Universale delle Belle Arti del Centro Accademico Maison d’Art di Padova presenta un’importante documentazione storica dello scrittore e critico Gianni Longo con le sue opere letterarie e testi critici che interpretano gli autori d’oggi.

001

GIANNI LONGO – Scrittore, critico letterario e di arti visive

Presidente degli scrittori italiani

“Chi è Gianni Longo?”
Se lo chiese Sebastiano Grasso appena cominciò ad intervistarlo per un articolo che poi venne pubblicato via Internet nel -Il Gruppo di Polifemo-
“Cosa ha di così particolare questo illustre sconosciuto da attrarre l’attenzione di uomini come Piero Guccione, Leonardo Sciascia, di Renato Guttuso, del grandisso anche Antonio Zoran Music?”
Giovanni Longo(all’anagrafe) è nato nel Trentino,da genitori nativi e vissuti per lunghi anni a Cesarò,paese dove il nostro protagonista passò tutta la sua l’infanzia.
Nell’età adulta,indossando studi universitari,mantenne contatti sociali che metabolizzarono le sue esperienze e conservandole in un profondo e ricco bagaglio del Sapere.
Gli era accanto sempre la moglie Rita,donna anche essa di grande spessore intellettuale.
Nel 1986,a dicembre,Gianni Longo ha dato luce a Catania ad una galleria d’arte:Il Segno.
Fu un’antologica di Piero Guccione ha dare inizio a questa nuova sede di cultura e con la presenza di Leonardo Sciascia che la definì:Il più bel museo d’Europa.
Un po’ più tardi Gianni Longo provò a portare nella nostra Sicilia incontri culturali internazionali come-Da Monet a Morandi o una grande antologica di Hans Hartung.
Ma furono tentativi inutili,la Sicilia non sentiva di averne bisogno,così all’autore gli strappò tutto il suo progetto.
Anche all’estero i contatti sociali di Gianni Longo non tralasciavano mai il mestiere di apprendere per conoscere.
A dicembre del 2017 la casa storica Curcio Editore gli pubblica il suo primo libro dal titolo Lasciami almeno un sogno e mettendolo,sin dalla sua nascita, nella collana dei suoi autori di talento. (libro a cui l’autore dedicò 7 anni per realizzarlo),raccolta di scritti che subito fu presa in attenzione dalle altre grandi case editrici esistenti in Italia come Mondadori, La Feltrinelli,Garzanti, ed altri ancora.
Testi che testimoniano quanto Sergio Sciacca-noto personaggio della cultura-scrisse in una recensione pubblicata poi nel giornale La Sicilia il 21 gennaio 2019: “E’ un libro filosofico,che studia profondamente la parola e incoraggia alla riflessione,a conoscere se stessi. Gianni Longo,l’autore di Lasciami almeno un sogno è un raffinato intenditore d’arte e un autentico cesellatore del pensiero in uno stile prezioso.”
Anche Giuseppe Possa-critico letterario della Cairo Editore-nella rivista -La Scintilla-nel 2018 scrisse: “Gianni Longo s’affacciò nel mondo della saggistica facendo pubblicare Lasciami almeno un sogno,dove sono raccolti scritti dove ogni argomento pare intrecciato a un altro e in un meccanismo sinuoso e lastricato di perle,di pensieri,di considerazioni tra arte e letteratura diventandone nutrimento per la mente.
Và segnalato inoltre che il 24 novembre 2018 Gianni Longo,in occasione del Gran Galà del Premio letterario Milano International 2018,ricevette il prestigioso Premio della Giuria per il suo libro. Nel 2020 gli furono consegnati: il Diploma Honoris Causa come 1 classificato del Premio Giuseppe Ungaretti, il Premio Giacomo Leopardi, il Diploma Honoris Causa di Critico Letterario e di Arti Visive.

002
001
003
Lasciami almeno un sogno
003
001

TESTI CRITICI DI GIANNI LONGO

ESSER DONNA, UNA GRANDE VIRTU’
Ho bisogno di dire parole non dette, soprattutto il passato mi rimurgina i grandi valori della donna, il suo mondo misterioso e seducente, che come una spirale fa girare tutto,persino il sorriso distratto che indossa l’uomo.
La donna nelle sue diverse stagioni si rigenera come linfa vitale.
E’ stata fatta forte e può essere abbastanza resistente per fronteggiare più di quanto l’altro sesso può immaginare.
La sua straordinaria operatività mi ha sempre affascinato e generato una grande ammirazione.
La donna sopporta le difficoltà, tace quando vorrebbe gridare,porta carichi pesanti anche quando canta invece di piangere. Ama incondizionatamente, persino in uno scritto manda quanto ama.
Oltre a trasmettere luce,allegria e speranze, fa di più.
Dice e dà infinite cose, e mai la guerra è appartenuta alla sua storia.
Dio fece l’uomo, o forse voleva una bozza per poi creare il capolavoro finale che fu la donna e alla quale assegnò tanti requisiti, essenziali per far crescere l’uomo.
Ma la donna sopportò il grande carico delle mansioni ricevute.
L’altro sesso, sicuramente per la sua malferma materia grigia, da sempre la infligge con svolte inaspettate e impastate di dolore, con cambiamenti devastanti da gridare a tutti noi.
La donna potesse parlare, dar voce a chi ancora può farcela.
Si deve scardinare questo innato maschilismo di cui è affetta la nostra società. Il femminicidio è frutto di una radicata convizione sociale e permette al maschio di sentirsi autorizzato a sopraffare la propria compagna o altra donna che incontra.
Ma nulla potrà più essere per il gentil sesso dopo quel fatidico giorno insudiciato di stupro. Nulla può trasformare per lei quegli attimi in un punto di svolta che le permettono di ancorarsi ancora una volta alla magia della vita.
Sono esterrefatto e tormentato della sorte beffarda che veste di maschilismo quel nemico che ostacola la donna a trovare la sua prima casa,a trasformare in sogno infranto il monumento delle sue speranze.
Un già affermato scrittore e regista cinematografico,ancora prima di essere ammazzato, scrisse: “Lo stupro a una donna, a un bambino o a un adolescente, non è violenza, è sesso a sorpresa”. A te lettore, attenzione, lascio le debite conclusioni.
E a te Donna, di tutte le forme e colori, grido il tuo essere che mi tocca e commuove.
GRAZIE.
29 gennaio 2018 Gianni Longo

001
002
002
003

SICILIA IN ARTE a cura dello scrittore e critico letterario e di arti visive Gianni Longo

L’Archivio Storico Universale delle Belle Arti del Centro Accademico Maison d’Art di Padova presenta un significativo ed interessante itinerario culturale curato dallo scrittore e critico Gianni Longo che percorre la cultura artistica e letteraria della Sicilia, vista ed interpretata, secondo il suo vissuto per documentare una civiltà antichissima con evidenti radici greco-romane, rivisitata in chiave odierna.

001
002

La Sicilia è terra d’incanti e contraddizioni, accanto al paesaggio assoluto e all’antichità si respirano, allo stesso modo,drammaticità, violenza che travolge uomini e cose,e asprezza della Natura.
Grazie all’arte, ossia alla letteratura,pittura ed altro, la tragedia si trasforma in bellezza, il povero in lirico, il finimento in preziosità, per di più è testimone di quella vita di cui la nostra esistenza ci priva.
Vicina a sfiorire è la bellezza dei suoi colori che danno incanto alla sua selvaggia malinconia,ma velano le cose nella preziosità della sua luce,trovando l’atmosfera magica anche nei rifiuti e nelle sue macerie.
La Sicilia orgogliosamente rivendica la sua unicità,conserva la sua antica solennità e scopre di non potersi rifare alle sue tradizioni, anche se è piena della storia e della dignità culturale che l’hanno sempre dominata.
E’ una Terra profumata dalla fantasia dei suoi concittadini,ed è colma di fascino e oscurità da oscillare sempre tra inferno e paradiso. Non ha fretta, perché non attende nulla dal futuro, ma esporta nel mondo, con la sua magia e bellezza dei suoi luoghi e in una visione lirica e personale, la solitudine dell’uomo.
E’ un’isola, per chi l’attraversa per la prima volta, di una vitalità inesauribile,di un’energia intensa e febbrile, e tenta di non far trasparire sopra la superficie cangiante e contraddittoria delle apparenze, il suo fardello e le ciance,il proprio teatro, l’illusione e le oscene nudità di una terra dove si piange soli e si muore soli.
In essa tutto è contaminato e ci fa rievocare i frammenti di un integerrimo mondo scomparso.
Il popolo siciliano ha soltanto due strade per raggiungersi: acquisire cultura per combattere la sua mafia.
1 febbraio 2020 Gianni Longo


Il nostro volto,la nostra voce
Anche un grigio risveglio della quotidianità sfoglia le mie pagine una sull’altra sino a leggere le essenze del mondo nell’archivio di sua Maestà la Sapienza.
Aprire una pagina del libro del mio essere mi dà la convinzione di essere alla vigilia di una rivelazione,fugacemente mi brilla l’anima e così continua a sfogliarmi insistentemente. Anche il fiume a volte scorre pigro,ma con profondi suoni gorgoglianti.
Tutta la Storia è sacra,ci dice il filosofo.
Tutta la Vita è sacra,ci dice il poeta. Ma tutto il lavoro della mente è sacro,ci diciamo noi se vogliamo rispettarlo.
Il mondo è una perenne metamorfosi,un gioco di crescere e decrescere,colmarsi e vuotarsi,finire e ricominciare. L’uomo invece è la misura di tutte le cose,delle cose che sono e che esse sono,delle cose che non sono e che esse non sono.
Le circostanze della vita cambiano continuamente,così ciascun giorno,e quando fuori infuria il vento diventa lunga la strada da percorrere.
Anche nei momenti più difficili è possibile una vita migliore,così per un fiore che sboccia nella neve e nel gelo,ma se si superano le inevitabili tare che sono dentro di noi.
Coloro che si osservano per caso trascinano in una stupida essenza di pensieri i loro giorni,boccheggiando nella purezza del vuoto per pietrificare il loro essere di paradossi e ambiguità. Stanno male, e non si rendono conto per quanto tempo ancora avranno da tirare il fiato. Il loro tempo è perduto.
Ma poiché il mondo è ben largo, c’è posto per tutti! Ahimè! La menzogna è così poco esigente, ha bisogno di così poco per tradirsi. E quanti pretendono di essere una splendida e profumata creatura da ostentare davanti a tutto l’Universo, d’altronde la mediocrità mentale è il dato certo che possiedono. Il loro essere quindi continua a rimanere nella facezia di pessimo gusto, nell’abbondanza della banalità,non coltivando con l’estrosità la propria identità.
Oggigiorno l’industria culturale fornisce all’uomo quelle mode che lo fanno sentire generico e capriccioso, apparente e megalomane, nello stesso tempo gli crea una personalità inesistente che lo fa sprofondare in una incapibile perdizione.
L’uomo è dalla mente di mille colori, fatto di mille frammenti e di mille volti, è un universo da scoprire.
Il suo essere dovrebbe trasformarsi in un palazzo principesco,e non in un monumento di speranze perdute e sogni infranti. Ognuno di noi deve essere un grande Maestro di se stesso se vuole trascorrere la propria vita nelle sue radici,anche la montagna fruga nelle proprie vesti e ossessionata fronteggia il torrente inquieto che vuole infliggerle l’uomo, ossia quello dei suoi pensieri che vestono la malvagità,la cupidigia,la cattiveria e chissà cos’altro ancora.
Anche se abbiamo errato come i distratti, gli esauriti, i pazzi o come i malati per sconsideratezza o avventatezza, nulla deve turbare la musica misteriosa che è in noi,nella vita e nell’universo illimitato che è dentro di noi se vogliamo sciogliere nell’immenso calderone della realtà il nostro volto, la nostra voce,persino il profumo del nostro tempo.
16 febbraio 2020 Gianni Longo

001
003
004

ARTGALLERY 37 – TORINO

005

GALLERIA D’ARTE – MAVIE SPAZIO ARTE – SCICLI

001

GALLERIA D’ARTE – MAVIE SPAZIO ARTE – SCICLI

Per un cammino insieme
Delusi dal grigiore quotidiano, caldeggiamo almeno l’idea di poggiare l’arte nella vita.
Il futuro di anno in anno indietreggia davanti a noi,ma ogni quadro invece è un brano della vita di chi l’ha creato,ma per la vita di chi l’osserva.
Ogni tratto dell’esistenza umana è un cammino rappresentato da qualcosa di nuovo,unico e che non torna mai più:come quello di questo gruppo di pittori che insieme ci fanno vedere i ripostigli e le cantine del nostro essere.
La loro traversata della vita è stata difficile,ma sono fiduciosi di andare nella direzione dei loro sogni.
In questa raccolta di quadri si rileva la capacità a non voltare le spalle all’arte, a quel dono universale cioè che pochi sanno apprezzare.
Ogni autore ha già trovato il vocabolario pittorico con cui prodigare con i colori i tesori più ingegnosi della sua arte e,nella trama molteplice della materia e sulla superficie della tela,ci lascia la nascita e la vita,la morte e la resurrezione, il dolore e la follia, la pretesa, l’esaltazione o l’ignoranza per chi non si presta a scrutare un creato.
Mi chiedo chissà quando verrà il tempo in cui si comprenderà cosa veramente produce la miseria intellettuale della gente. Sicuramente tutto ciò che nasce dal malcontento non è nobile ma mediocre.
La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli che purtroppo sono vissuti dalla maggior parte degli uomini, mentre l’arte è un’inquieta ricerca della propria natura,dei propri fini e processi.
E’ la Sapienza che può rendere la vita credibile, che restituisce al mondo di ciascuno di noi l’ordine già perduto.
Nessun traguardo può essere raggiunto se non si osa partire, e sono i nostri occhi le finestre dello spirito, quelli che ci fanno apprezzare il nostro percorso, e in ogni momento e con consapevolezza.
Non scordiamoci che la vita è la scintilla che è dentro di noi, e ci appartiene totalmente.
Ogni protagonista di questo evento si accinge ad indagare e definire l’enigma del reale,bagnando il colore in un’atmosfera di intensa religiosità per legare forma e natura,spazio e luce. Un lavoro immerso nel profumo del tempo e nel rumore quotidiano della vita.
Quadri che ci invitano a trovare la vera musica che può essere in noi,la vera dimora della nostra anima. Ci esortano pure a cercare la perla della sapienza nel mare profondo dei nostri equivoci,proprio in questo nostro tempo sfibrato ed amletico.
Ogni autore qui presente con un suo lavoro getta sempre nuove idee sulla tavola d’azzardo della propria mente,per porgere,al destinatario del suo messaggio pittorico,un’affascinante inchiesta intellettuale. Ha anche lo scopo di scuotere gli indifferenti e di incitare i dubbiosi.
La nostra Epoca non è a misura d’uomo, la sua cultura è soltanto un vano ornamento, e per affrontare lo sfoggio della propria saccenteria ha bisogno dell’arte che bagna e feconda tutte le cose! Il mondo di oggi esalta le antitesi,sottolinea gli estremi.
Ricchissimo di tantissime cose da pensare,sognare e realizzare, “Torino/Scicli – andata e ritorno” è di Mavie Cartie insieme a Roberto Borra un viaggio intellettuale che ci insegna come farne un’armonia del frastuono della nostra società,grazie alla raccolta di pittura che hanno scelto ed i cui autori hanno messo a disposizione per farli coabitare insieme,in contemporanea, negli spazi dell’associazione culturale Vitaliano Brancati di Scicli e in quelli Dell’Art Gallery 37 di Torino.
Tuffandosi nel grande fiume del colore,questi artisti hanno realizzato opere che oggi ci invitano a diventare artistici ed amare l’arte che fra tutte le menzogne è ancora quella che meno ci mente.
E’ una circostanza che ci fa scoprire i cunicoli segreti e le impreviste corrispondenze di una pittura complessa e sfuggente,ricca di doppi,tripli,quadrupli insegnamenti che ci porgono il tentativo di mettere ordine al disordine che è in noi,per di più,saccheggiano le radure del nostro spirito spalancandolo al sole,all’aria,al vento,e portandolo sulla sua strada e fino alle porte del proprio sorriso.
Sono le tradizioni,i costumi e le culture le diversità delle esperienze fatte dagli artisti partecipanti,provengono da vari Paesi e le loro opere porgono quanto ci è possibile acquisire da ognuno di esse.
Il colore sulla tela non si fa vestire da quello del tempo,ma con essa si nasconde in un oceano dai tanti misteri che meravigliosamente noi da acuti osservatori dobbiamo colorare se non vogliamo pietrificare la nostra vita,a ciascuno di noi infatti è dato il piacere di contemplarlo o semplicemente di farci investire dal flusso emozionale che esso ci trasmette e suscita.
Sollecitata da varie ed eterogenee esperienze questa pittura illumina le contraddizioni del mondo,detesta la frammentarietà di tutte le costruzioni intellettuali per scendere invece in quelle caverne dove non ci sono strade,non ci sono guide né Maestri ma ci insegna a stare lontani dai molti manierismi che indicano pur sempre la stessa pietanza. Ci apre gli occhi quindi allo spettacolo incantevole del mondo,e sa rendere partecipi anche i cuori più distratti.
Questa società che si vaneggia perfettibile può ancora ancorarsi ai confini della propria chiarezza intellettuale?
Il vocabolario pittorico di ogni autore di questa mostra ha l’intento di rendere,se non comprensibile,almeno visibile l’incomprensibile reale. Imbarca il suo tempo nel sonno per far sì che la materia pittorica,giocando su infiniti passaggi e velature preziose,esalti appieno il capolavoro del nostro essere.
L’artista lavora non sulla tela, ma con la tela per avere un contatto con l’indole più nascosta e difficile delle cose. Il suo lavoro ci affaccia sul territorio della mente per farci svaporare qualsiasi gelo e porgerci un canto per tutte le cose. La sua arte è la nostra serva,ma siamo noi che dobbiamo inchinarci ed adeguarci incondizionatamente.
Quadri che vanno accolti sia nei risultati visivi della loro bellezza compositiva che per i messaggi che lasciano in sospeso variamente interpretabili intuitivamente.
La coscienza artistica,il rigore intellettuale,l’orgoglio morale giustificano l’opera del pittore.
Siamo uomini nevicati di vecchiaia mentale e incredibilmente canuti se spegniamo un’opera d’arte,ossia valutandola per il suo prezzo e non per il suo vero valore artistico. Ed allora neanche i demoni osano entrare in quel fragore.
Grazie al linguaggio dell’arte non siamo mai soli! Esso oltrepassa il tempo pur restando nel tempo,raggiunge l’eterno pur restando fra noi. Ogni quadro è anche una scheggia del tempo strappata al corso del tempo.
Gli uomini guardano pieni di stupore le vette delle montagne,le grandi onde del mare,ma trascurano se stessi,e non si stupiscono davanti a se stessi.
In questa occasione culturale è presentata una pittura non consumata dal fragore o dal caso,ma come un oggetto comprensibile che ci porta la ricchezza dei suoi indumenti,ossia che l’arte è lunga,la vita breve,il giudizio difficile e l’occasione fuggevole.
Tutti i percorsi della nostra esistenza ci debbono condurre lì,ossia davanti al quadro i cui abitanti ci possono versare il loro balsamo purissimo per cicatrizzare le nostre ferite.
Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande che è quella del saper vivere.
La vita ci sfugge,si traveste,si copre di bugie,ma nell’arte apre i cancelli del suo mondo guarito.
15 giugno-15 luglio 2020 Gianni Longo
P. S.
Anche l’autore di questo scritto, Gianni Longo, per l’occasione ha utilizzato la parola come il pennello del pittore per ritoccare, rielaborare e giungere, fin dove gli è stato possibile, ad una di quelle gemme che costellano la vita delle parole.
Mavie Cartia Roberto Borra

001

Ascoltando l’Austria
Come uomo debbo farmi collaboratore della mia esistenza,se voglio ricantare sui miei canti e portarmeli sino al cuore.
Ahimè! La nostra vita si tinge sempre più di nero. Anch’io sono quindi in viaggio in un mondo che mi sta sfuggendo di mano.
Il nostro Paese ha perso quel pezzo di cielo che tingeva di speranze la nostra società. Persino il tempo ci urla la sua rabbia.
Ascoltando l’Austria nei sottosuoli della mia psiche,con un sorriso mi fa indossare il suo paesaggio di sogno,e non smettendo mai di sorridere mi fa passeggiare nelle sue foreste punteggiate da paesini lindi e fioriti. Mi inebria! La mia vita fugge dal ridursi a una foglia resa gracile dall’autunno. Ecco cos’è l’Austria:una ricchezza di una semplicità disarmante,con quelle sue casettte di legno coi gerani alle finestre. Una voce calda e persuasiva,accogliente e gioviale che mi rapisce nella sua vita innocente,e non mi stanca mai : una cosa rara.
Questo Paese è così ricco,complesso,così inverosimile che non può essere formulato in nessuna espressione.
In pagine di straordinaria chiarezza ci fa percorrere condensate le essenze del mondo,conserva nel tempo l’amore per gli spazi verdi e la cultura,e non si atteggia mai a vittima,ma è sempre pronta a venire a patti con la vita.
L’Austria è l’esempio più alto della sua vitalità letteraria e non si dispone mai ad abbandonare la prodigiosa ricchezza del pensiero,anzi.
L’italiano,di contro,si trova in un passato che è giunto al suo crepuscolo. Ha distrutto la sua cultura,la sua arte,la sua morale,i suoi valori,e ciò riempie di lividi la mia anima.
Conservando gelosamente il suo stato d’animo,l’austriaco ne fa un pregio del suo cammino,lo veste di morbide colline,laghi e sorridenti villagi,così anche di maestose città d’arte.
Sorrido con mestizia della mia patria,la sua morte m’ha lasciato un vuoto,l’ho persa.
L’Austria è un piccolo paese per estensione,ma ricco di richiami e suggestioni.
Nella sua vestigia anche l’inverno si veste di un fascino tutto particolare,più austero ma accogliente,e non solo per i caffè sparsi in gran numero nei quartieri,dove è possibile entrarvi per proteggersi dal freddo,ma anche per gustare un buon dolce accompagnato dalle note supreme di un Melange.
Anche la gemutlichkeit s’incontra in Austria,ossia quella spiritualità che accoglie e fa migliorare la qualità della vita.
Dentro di me c’è una rabbia imbavagliata,una guerra che si ripete ogni giorno,mentre i momenti di
gioia sono parentesi brevi che pago a caro prezzo.
Mi chiedo se il mio freddo si riscalderà da poter cancellare,anche se in parte, le mie malattie e le mie guerre. Mi chiedo dove finiranno i miei giorni se già invecchiano gli attimi. Sicuramente nella morte che si insinua nel regno della vita peer caso,quasi per gioco. E rendendola sempre un affare in rosso.
Ma i sapori della vita li dedico alla mia Italia,solo così posso odorare i freschi e i dolci profumi della mia anima.
27 febbraio 2020 Gianni Longo

001

Quel che resta del giorno
Il lavoro della mente è sacro,e lo rispetto,tant’è che questa rivisitazione sul mondo avverso e incomprensibile,ridotto a un condominio tra la malvagità e l’arroganza,veste anche le mie mancanze.
In chiave profonda e in un tempo singolarmente crudele,ma singolarmente letterario la memoria si risveglia per gravarmi nel più strano dei paradossi,ossia in tutto ciò che sta sepolto nei baratri del ricordo.
Da istrione letterario e avvolto da una luce autunnale del giudizio e della stima,incomincio a recitare,e con i miei vizi,e con una fantasia rinnovata,ricca,divertente ed inesauribile come un narcisista,di tanto in tanto anche con le mie virtù quando amo cioè tutte le cose,con la mente le accarezzo,allontanando dal mio volto quella maschera che annida in mille maschere persino le apparenze più dolci della vita.
Finanche il nostro Paese si è moltiplicato,frantumato,suddiviso come ogni uomo che contiene in sé molti uomini,molti tempi e molti spazi.
In questa società di chiacchiere mondane,ogni tempesta o soffio di vento può farla vacillare o cadere.
Tutto precipita di giorno in giorno,chissà quando un lievissimo vento di speranza tornerà a soffiare.
Via via che gli anni scivolano via,mi chiedo cosa accadrà domani. La vita nella sua perenne mutevolezza cresce e decresce,si colma o si svuota,finisce e ricomincia. Le circostanze e i casi cambiano continuamente come l’essere umano che non è mai sazio della propria fame,del profumo delle proprie stagioni, tantomeno del sapore effimero ed irripetibile del tempo.
Affermando a se stesso con la propria nudità mentale di far scorrere la sua esistenza sulle rotaie della consuetudine,l’essere umano continua ad edificare una scienza che soltanto lui conosce,quella cioè del peggior ciarpame di se medesimo,d’altronde ha chiuso il suo pensiero in una cornice di scarsa attività.
Ciò che gli resta del giorno è il sapere che non esiste limite al peggio. Non gli rimane quindi che l’aspettativa di una Apocalisse. Ma le trombe dei sette angeli stanno per suonare…ahimè l’umanità è ancora sorda, aspetta,e con piacevolezza,che il suo volto si copra di segni sempre più ottusi.
La vanità,la volgarità,la megalomania sono il tessuto delle sue grandi qualità. Mendicare gli è una grandiosa impresa,anche quella della sua identità oramai andata da molto tempo in frantumi.
Come il profeta che ascolta nel deserto la voce alla quale non può resistere,anche l’uomo contemporaneo può attingere del giorno quelle cose preziose che possono salvarlo,e non la sua decadente avventura umana.
L’universo della cultura quindi può mostrare alla virtù il suo volto,al vizio la sua immagine e al nostro secolo la sua forma e impronta per farci incontrare una ricchezza vasta e formicolante,talvolta anche nella tragedia.
Appartenere al proprio mondo significa stare sulle scene dello splendore incontenibile del proprio canto della vita.
La verità non è sempre insabbiata,anzi credo che prima o poi affiora in superficie. Ciascuno di noi quindi può avere più qualità di quel che crede,ossia può orchestrare il suo mondo anche con un’assurda e meravigliosa follia,amando,per di più,tutto ciò che sta dietro i pesanti tendaggi del proprio essere.
Possiedo forse un’intelligenza prodigiosa,errata e inafferrabile,paradossale…sono seduto ancora e al momento anche i miei pensieri.
15 agosto 2020 Gianni Longo

001

Con i colori della vita
Tutto ciò che avviene è fatale,tutto ciò che accade deve accadere,ma la dignità umana è un diritto spesso calpestato. E tutto ciò che nasce dal malumore non è nobile ma mediocre,non feconda ma isterilisce,non apre la mente ma la rinchiude.
A volte rido di me per sciogliere come nebbia al sole le mie scontentezze,i rancori,i miei sogni delusi,i desideri frustrati. Sorriso che nasce come evasione al tormento,ma soddisfatto di chi in fin dei conti sa sempre cavarsela dai guai. E non mi rifugio in una recita,ma come su una lavagna scrivo la mia scena,il mio dialogo,persino dall’ignoranza provo ad acquisire l’incredibile confusione che alberga in me.
Ogni giorno la televisione,i giornali riempiono la nostra casa di notizie,sfibrando persino le nostre corde intellettuali i cui fili si spezzano,non sottraendoci così da qualsiasi confusione.
La maggior parte degli uomini oggigiorno vive per consuetudine a conoscere il prezzo di tutto,non conoscendo il valore di nulla. Il suo teatro gli vende ogni cosa,e lo lascia copiare in tutto e per tutto.
Da dietro le quinte se scendiamo nei nostri profondi sotterfugi dove circola quella bellezza insolita che è in grado di illuminare la scatola nera che è in noi,possiamo evadere la nostra mediocrità,leggere il passato e interpretarlo per dipingerlo ed esprimerlo senza gli intrighi che ci sovrastano di questo mondo. Scoprire inoltre gli eterni temi del vivere come l’amore e la noia,la disperazione e la gelosia,l’amicizia e il dolore.
Tutto nel mondo è ignoranza,e il mistero è un altro dei bei regali che il destino ha fatto all’umanità. Ma una cosa è tanto più perfetta quanto le sue qualità sono meglio ordinate al suo fine e tutto intessuto sul filo magico dei ricordi.
Quando la mia strada si perde,interrotta da nuvole che impediscono di scorgere il cielo, a lievi passi mi trincero dietro il grande tavolo da lavoro. Lascio cadere tra la penna e il mondo tutte le cortine che mi allontanano dalla vita. Lì,chiuso nel mio bozzolo sono felice.
Mi lascio scivolare nelle mie profonde acque risanatrici per placare l’ansia e far dormire più a lungo la malattia che mi sovrasta. Ora l’inesauribile mi rende possibile l’impossibile,reale ciò che a tutti pare irreale.
C’è una strada infatti del tutto immateriale,quando le altre non sono praticabili,che conduce nel piccolo regno delle mie intense giornate,in un silenzio contemplativo. Così resto in platea per tingere il mio mondo con i suoi colori più straordinari,e in una accellerazione di pensieri assaporo le vicende della vita,la mia infanzia forse ancora incatenata,e la vecchiaia appena giuntami,ma non più ricoperta di ghiaccio. Ancora una volta l’ordinario provo a trasformarlo in straordinario: è un modo più vivo di aderire alla vita,ma anche un modo più spiccio di sottrarsi alla commedia che c’è in me.
Considero il mio modo di esistere come un’autentica rappresentazione artistica,che non comincia e non finisce mai,ma mi permette di salvarmi dai dolori e dalle sventure del mondo solamente con la dolcezza del suo Canto! La nostra Bellezza è nascosta,per quanto adorata, e non si rivela che a bagliori!
La vita è un universo di rami,di fiori,di frutti che nella loro metamorfosi insegnano che ogni attimo cambia volto,si tramuta prima di me,ed io debbo accettarlo anche con le sue ferite.
Sono in un certo abito di pensare e riflettere,e cimentandomi in questa meravigliosa impresa risveglio la mia dignità umana,costruisco la mia identità facendo scorrere cioè nei ruscelli dell’esistenza i miei sogni,le mie aspettative e i desideri che covano in me. Solo svegliando nuovamente la mia primavera posso ascoltare i suoi ritmi e colori che hanno la facoltà di tingere di rosa il mio futuro.
Ed ancora,solo attingendo dalla saggezza della vita,e non dal suo deserto,posso trasformarmi finalmente in un uomo vero.
Gianni Longo 16 ottobre 2020

001

Interrogandomi
In un insolito incontro intrapresi a sfogliare la mia esistenza,il suo ricchisssimo viaggio e pieno di sogni da farmi dire e pensare.
Capovolgimenti,inciampi e svolte improvvise hanno investito il mio percorso,ma sono stato in grado di superare,almeno credo,il vento dei miei giorni,di vestire la mia responsabilità.
Quando sto con la mia solitudine,non essendoci qualcuno a cui rispondere,attraverso il pensiero che mi sorride amabilmente,e mentre allude,accenna,ironizza e di getto si porta all’estremo del suo rigore,colgo il brivido dell’invalicabile.
E’ il suo silenzio la voce che parla alla mia anima,e non fa domande,ma compra senza far rumore,mi fa abbracciare misteriosamente l’intelletto,i sogni,le passioni,anche le cose piccole e minute e,nel momento supremo,quell’istante impercettibile di luce mi porta oltre l’apparenza delle parole.
Il viaggio della vita non ha mai lo stesso ritmo,a volte è lento da far dormire,a volte furioso e velocissimo,e con esitazione rivelo sulla carta e nello stesso tempo nascondo, perché con le parole si raggiungono lontananze irraggiungibili delle quali sulla terra si conosce solo la direzione,parole che fanno occupare nella vita ciò che nessun luogo permette.
Anche se ho la mente travagliata da varie e strane perturbazioni,è la bellezza della vita ciò che ho sempre voluto,e mai per cambiarla,ma solo per migliorarla.
Qualsiasi cosa faccio,anche se sbaglio,non mi cruccia per niente,anzi. Come la morte anche se è l’unica certezza,io l’aspetto,ma meravigliandomi sempre di essere ancora vivo.
Sottolineo pure che continuo ad esporre la vita nella vetrina dei miei gioielli,indossandola e con piacevolezza.
Quando ho qualcosa da esprimere,che nessun altro ha detto prima,mi affido all’inchiostro e senza disperarmi.
Con la penna in mano scendo nei miei abissi per toccare il nascosto all’estremo della chiarezza ed acchiappare l’essenza delle parole con la quale poter ripagare il prezzo della vita che intensamente mi chiama.
Al di là dello scritto vorrei che si sentisse che c’è la molteplicità e l’imprevedibilità dell’esistente,per cui alla letteratura dedico anche i miei ozi e pensieri superflui. D’altronde tra una casella e l’altra della scacchiera,sovente non c’è nesso. Anche un libro può ritrovarsi una vena fredda,vuota di metafore,aridità che non dura a lungo,perché l’ispirazione torna presto a visitare il suo autore.
La letteratura per nulla al mondo mi schiavizza,anzi ciò che faccio diventa un’avventura,una sfida in cui ci cammino dentro,e chissà con quali vestiti,con quali capelli,e chissà con quale scarpe per raggiungere il divenire del mio essere.
La teatralità è nata insieme a me,scorre dentro di me,mentre il tempo vola,le cicale screziano di stridori questa estate,ed io sono il campione dei pinocchi dopo aver trattato la mia esistenza come una bambola senz’anima.
Ma chi sono io? Anche il mio cielo prova a tingersi di bianco,di viola,a volte d’azzurro,ed ogni suo colore mi diventa incredibilmente velato e prezioso. Tutto il resto è un accompagnamento in sordina,senza clamore ,una melodia cioè degli ubriachi.
11 luglio 2019 Gianni Longo


001
Ancora una mia introspezione
Ogni tratto della vita umana è un cammino rappresentato da un qualcosa di nuovo,unico,e che non torna più.
E’ la Sapienza che mi conserva una vita credibile,che scrosta il mio crepuscolo per porgermi l’autentico bene prezioso che si chiama mente.
Quanto veglia sul mio malessere,quanta musica della vita mi fa sentire per colorare la voce profonda della mia anima.
Il tempo dura così poco,è così difficilmente quantificabile che ci si può domandare se esiste davvero.
12 dicembre 2019 Gianni Longo